Come venire in Giappone

(Ciao!Journal no.14 luglio-agosto 2018)

 L’altro capo del mondo step1

Quando ormai 4 anni fa, ho detto per la prima volta a mio padre che volevo venire in Giappone, la sua risposta è stata un secco “scordatelo”. 

Le cose da allora sono parecchio cambiate: per quasi 4 anni ininterrotti ho continuato a studiare il 日本語 (nihongo), la lingua giapponese, che continuo a studiare anche adesso che vivo a Tokyo.

Mettendomi nei suoi panni posso però capire cosa debba essere passato per la testa di papà quella sera: la strada per il Giappone può infatti sembrare a molti tortuosa ed irta di ostacoli.

Non perdete la speranza però! Per tutti coloro che volessero sapere come si fa a venire in Giappone, eccomi qui, pronto a dare una mano!

Cominciamo con il dire che non tutto è difficile come sembra: nel caso il vostro desiderio fosse quello di venire a curiosare in quel del Sol Levante, senza essere parte di quell’esercito di masochisti (di cui faccio fieramente parte) che cercano di capirne (per lo più invano) anche la lingua e a la cultura, ebbene niente di più facile! Il visto turistico in Giappone dura fino a 90 giorni e vi permetterà di appagare la vostra curiosità. Per ottenerlo non dovete fare altro che salire sul primo aereo per “l’altro capo del mondo” (come continua a definire papà il posto dove abito) e compilare pochi e semplici documenti all’immigrazione del vostro aeroporto giapponese di arrivo.

Le cose si complicano un poco con un visto studentesco che vi permette di restare qui per un periodo di tempo necessario a completare un percorso di studi come 留学生 (ryūgakusei), studente straniero. 

In tal caso è bene prepararsi con un po’ di anticipo. Se già avete ben chiaro la scuola alla quale volete iscrivervi, contattandola potrete farvi sostenere nel processo di richiesta del visto. Se proprio non sapete da dove cominciare, esistono in Italia tantissime agenzie che organizzano viaggi di istruzione e che sono in grado di sostenervi nell’acquisto dei biglietti, nella prenotazione dell’alloggio e magari anche nel fare conoscenza con persone che hanno lo stesso desiderio di venire a studiare qui.

Ma quali sono i prerequisiti per ricevere il visto studentesco dal governo giapponese? Il requisito fondamentale è solo uno: quello di avere alle spalle una buona carriera studentesca, sia essa alle scuole superiori o universitaria. (Non è necessario ovviamente che abbiate già studiato il giapponese prima di fare domanda: ci sono delle università dove l’accesso potrebbe esservi precluso senza una conoscenza minima della lingua, ma non c’è problema, le numerose scuole in Giappone, soprattutto nella città di Tokyo, sono pronte ad accogliervi anche nel caso non sappiate scrivere neanche il vostro nome in katakana: ci penseranno loro con metodi da caserma militare a colmare le vostre lacune molto in fretta. )

Su un modulo vi sarà richiesto di descrivere con dovizia di particolari (dall’inizio alla fine!) tutta la vostra carriera scolastica: preparatevi a scartabellare tra i vostri diplomi impolverati per sapere in che anno, mese e giorno vi siete diplomati alle elementari, alle medie, alle superiori e ovviamente anche all’università; per non menzionare anche quelle dei corsi di lingua che sicuramente avrete frequentato. Una volta concluso, tenetevi pronti a scannerizzare in lungo e in largo il diploma dell’ultima scuola che avete frequentato e tutti i diplomi dei corsi di lingua giapponese (anche quelli dei corsi da 3 settimane, sì anche quelli) che dovrete mandare in allegato ai moduli on-line alla scuola che avete scelto di frequentare.

Come avrete forse intuito dal mio tono ironico, la raccolta dei documenti da compilare e inviare è senza dubbio la parte più noiosa e complicata della procedura di richiesta del visto. Grazie al cielo però le magagne finiscono qui: una volta inviata la documentazione dovrete solo aspettare; niente barbatrucchi all’italiana dove all’ultimo giorno utile vi richiamano per dirvi che si erano dimenticati di qualcosa. Da questo punto di vista, i giapponesi sono molto efficienti. In un periodo di tempo di circa un mese verrete a sapere se siete stati dichiarati validi oppure no. In caso di risposta positiva, non vi resta che attendere che vi venga inviato per posta il CoE (Certificate of Elegibility) dalla scuola, solitamente a un mese dalla data di partenza.

A quel punto recatevi con il passaporto e il CoE all’ambasciata o al consolato giapponese in Italia. (Nel caso del consolato di Milano, ai residenti fuori Milano è richiesto di prenotare un appuntamento via telefono). Una volta che vi ci sarete recati, dovrete compilare altri documenti e tornare la settimana successiva per ritirare il visto rigorosamente di persona (siamo in Italia d’altronde…).

Se sarete sopravvissuti a questo andirivieni di diplomi, date, scartoffie, consolati e chi più ne ha più ne metta, a quel punto sarete dei fieri possessori di un visto studentesco per il Giappone!

La durata del visto è di solito proporzionata alla scuola indicata che si desidera frequentare: nel caso di una scuola di lingua come la mia, il periodo è di un anno e mezzo. Il permesso dà inoltre diritto a svolgere attività lavorative fino a un massimo di 27 ore la settimana.

È importante però ricordare che il perdurare del permesso è tassativamente vincolato al perdurare del percorso di studi: qualora decideste di cambiare scuola, il visto sarà considerato ancora valido solo se, prima di lasciare quella che state frequentando, avrete già indicato quella nuova. Allo stesso modo qualora vorrete fare ritorno in Italia per un po’, non dovrete dimenticarvi di fare domanda di sospensione del visto, per poter poi rientrare nel paese con lo stesso prima della sua scadenza e poter trascorrere il periodo rimanente lì.

Spero davvero di esservi stato utile! Nonostante le apparenze, venire a vivere in Giappone è molto più facile che in altri paesi occidentali. Specialmente in previsione delle Olimpiadi di Tokyo del 2020, il governo giapponese accoglie sul suo territorio studenti stranieri con ottime conoscenze di lingua, e persino il mondo del lavoro sta diventando via via sempre più aperto ai non-giapponesi. Quindi non disperate: fate le valige e venite in Giappone, non ve ne pentirete!

Fabio Greco

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